Apparati critici

A wet Sunday

Ruth Withalldi Bruno Rosada

In questo inizio di secolo, anzi di millennio, davanti ad ogni pittore di un certo rilievo vien fatto di domandarsi in che termini faccia i conti coll'età che si è chiusa; a quale delle diverse componenti dell'arte del Novecento, si avvicini di più, che cosa ne abbia ricevuto e che cosa abbia dato.

Ruth Withall colta, consapevole del significato del segno ed esperta della varietà estetico-culturale delle correnti e dei movimenti, ha saputo far buon uso del secolo che si è chiuso, senza restarne vittima, e si può considerare espressione compiuta di un senso formale al quale i più significativi artisti di questi anni hanno avuto l'obbligo di non sottrarsi. Ruth Withall mostra la serietà di un lavoro inserito correttamente nella storia e nella geografia dell'arte contemporanea. La sua pittura è un risultato molto vivo (uno dei tanti possibili risultati) della cultura del nostro tempo, della quale ha colto gli elementi più significativi.

Ruth Withall è nata a East Retford, e nascere a East Retford, un 'ancient royal borough' nella famosa foresta di Sherwood nel Nottinghamshire, è un destino. L'East Midlands verde non è solo un tripudio della natura, ma un appassionato deposito di civiltà. E chi ha ricevuto dalla sorte il dono di nascere là, non solo dagli occhi trae nutrimento per il suo cuore e la sua mente, ma nelle profonde fibre della sua persona si ricongiunge per misteriosi cromosomi alle ragioni di una civiltà antica e ancor viva, e riconoscibile nelle cose che ci circondano. Lì visse e agì Robin Hood. Lì la leggenda si fa storia. E Ruth Withall rivela con i suoi quadri, che i manufatti dell'uomo col passare dei secoli si sono amalgamati con la realtà della natura assumendone tutte le sembianze, così che non distingui più la pietra dal mattone, la scabra muschiosità di un sasso dalla consunzione di un intonaco. Così la pittura di Ruth Withall ha un solo grande difetto (se così si può considerare per paradosso): è bella, è molto gradevole a vedersi. E la sua bellezza rischia di nascondere il profondo pensiero che vi è all'interno, quel pensiero che ricerca la verità e trova il significato delle cose, il senso della precarietà dell'esistenza promosso a struttura portante della stessa. La sua arte si svela dotta, "filosofica". Non che il significante (la forma appunto bella e gradevole) non la interessi, anzi è magistralmente curato, strumento appunto di quella bellezza, ma, a osservare attentamente la sua pittura, si ha sempre precisa la consapevolezza che la bellezza è un mezzo. Questa pittura nasce prima di tutto proprio dalla fiducia nell'esistenza della realtà esterna, viva e riproducibile, che la maggior parte della cultura del Novecento aveva messo in dubbio, anzi quasi sempre aveva recisamente negato. Ed è da rimarcare la precisione realistica delle figurazioni all'interno di una pittura pur intensamente lirica, di un realismo che svela la consistenza effettiva delle cose. Ma poi non trasmette solo figure, e nemmeno solo concetti, ma stati d'animo, sensazioni ed emozioni (Benedetto Croce avrebbe parlato di "sentimenti", ma oggi la parola è consumata e può indurre in inganno). Stati d'animo, sensazioni ed emozioni, che la natura stimola, anzi in particolare la natura come lei la vive e la rappresenta. Si crea insomma un circuito stimolante, tra la realtà, il pensiero e l'arte. Ed è questo che conta.

 
The red tractor

La sua pittura supera la realtàdi Joan Lluìs Montané

Ruth Withall è una creatrice che va oltre ciò che vede, perché, nonostante le sue opere si attengano ad un livello formale, l’uso del colore, a tratti impulsivo, poi meticoloso, a volte esplosivo, è sempre caratterizzato da tocchi determinati che emergono da una natura che si abbevera alla fonte dell’osservazione discreta, trasformando le convinzioni di un’artista che sa vedere, che possiede una visione decisa.

Che Ruth parta dalla realtà è un fatto innegabile, ma addentrandosi in quegli aspetti peculiari, in quelle particolarità della natura stessa, suggerisce un atteggiamento della fantasia.

Lei parte da momenti integranti di un tutto naturale, per concentrarsi sulla volontà di trasformare la realtà.

La prova è la suggestione che scaturisce dalle figure del mito e dell’allegoria che determina la potenza della vita, della propria natura, nell’immanenza delle cose essenziali che rendono significativo ogni istante dell’esistenza stessa.

A volte le sue opere, i suoi paesaggi, fanno parte di un mondo interiore che l’artista non vuole razionalizzare, quanto piuttosto plasmare in modo da superare la realtà dell’esistenza.

La sua pittura supera la realtà, per inserirsi nella realtà di quei sogni che sono più profondi, immateriali, che fanno parte di un tutto quasi etereo, ma allo stesso tempo mantengono la forma della decisione.